Dal profilo giuridico alle situazioni quotidiane nella cura della persona assistita

“Creare una relazione adeguata, una relazione significativa, è allora la premessa alla realizzazione della cura (…)

Una relazione è portatrice di cura quando medico e paziente si incontrano come persone l’una aperta all’ altra, e chi cura non può non aiutare chi è curato a trovare le parole che gli consentano di esprimere le sue tristezze e le sue angosce, le sue inquietudini dell’anima e i suoi smarrimenti.

(Borgna, 2015)

Ogni persona, attraverso le proprie “Disposizioni Anticipate di Trattamento” (DAT), può decidere il suo trattamento sanitario, ossia il rifiuto o il consenso ad essere sottoposto a particolari terapia.

La legge si sposta dal modello “paternalistico” e ippocratico della medicina all’attualità, dove l’informazione ed il consenso diventano parte integrante del processo terapeutico.

L’informazione è parte della cura ed il consenso informato rientra quindi in essa.